ancora isole

Lo so… sono indietro di quasi una settimana… e probabilmente per chi ha già letto i blog dei miei compagni di viaggio questa è solo l’ennesima ripetizione…
Anyway… where was I…?? Ah è vero… le Whitsundays…
Che dire... le Whitsundays Islands sono descritte e pubblicizzate come i Caraibi australiani o qualcosa di simile… spiagge bianchissime, isolotti incontaminati che spuntano da acque azzurre e cristalline, paesaggi da togliere il fiato…
Insomma… sarà che le attese erano alte… sarà che avevamo aspettato tanto… sarà che in Italia ci sono posti dove il mare ha dei colori di tutte le sfumature dell’azzurro… ma io queste Whitsundays me le aspettavo più carine…
In realtà tutta la loro fama gira intorno ad una spiaggia, Whitehaven beach, che in effetti è davvero fantastica soprattutto se vista dall’alto.





Peccato che ci abbiamo passato solo poche ore… ma giusto il tempo di fare conoscenza con gli inquilini della spiaggia, dei buffissimi granchi azzurri che appena ti avvicinavi si nascondevano sotto la sabbia…



Stare tre giorni in barca a vela (anche se chiamare barca a vela quella carretta è un complimento!) è stato davvero rilassante! I tramonti in mezzo al mare sono spettacolari e il cielo quando cala il sole è tempestato di stelle luminosissime (qualcuna è anche caduta!)… Abbiamo visto le maestose sea eagles, una tartaruga che spuntava dall’acqua, i delfini e persino uno squaletto… e abbiamo fatto un sacco di snorkeling tra i coralli…



Sulla barca eravamo con una ventina di ragazzi, tutti in viaggio lungo la east coast come noi… Non è stata un’esperienza di gruppo come è stata quella di Fraser Island perché eravamo in tanti e la maggior parte erano ragazzi di madrelingua inglese che tendevano a fare gruppo tra di loro e tendevano ad essere tutti ubriachi appena calava il sole (ancora mi chiedo come facessero a stare a galla il giorno dopo!)…



Spesso quando viaggi incontri persone che ti lasciano qualcosa anche se condividi con loro solo pochi attimi… E spesso a volte sono proprio le persone che incontri che influenzano il tuo giudizio su un’esperienza…
Quindi forse è proprio per questo che quest’esperienza mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca... nonostante abbia passato tre giorni davvero piacevoli e abbia visto posti che rimarranno per sempre impressi nella mia mente…
Anyway, una volta tornati sulla terra ferma ci siamo rifiutati di passarci un’altra notte ad Airlie (anche perché ormai che sapevo che rischiavo di trovarmi una goanna nel letto col cavolo che avrei dormito!!) … quindi, da stoici backpackers quali siamo… abbiamo aspettato fino alle 2 di mattina il pullman per Townsville… E dato che era da tre giorni che non ci facevamo una doccia, ci siamo lavati nelle docce pubbliche della lagoon di Airlie… ;) Per fortuna fino a mezzanotte siamo stati in un pub in compagnia degli altri ragazzi della barca…

Townsville è piccolina ma carina e tranquilla, anche se probabilmente è la città più pericolosa d’Australia, dato che le palme non hanno le reti sotto ai “frutti” e se ci cammini sotto rischi che ti cada in testa una noce di cocco…! Ha un bellissimo lungomare e una bella vietta di locali e ristoranti. Dopo aver girato per paesini turistici popolati solo da backpackers finalmente qui si assapora un po’ di Australia… Abbiamo beccato un fantastico mercatino dove vendevano frutta locale come banane, ananas e papaia e le donne aborigene che vendevano i loro manufatti.




Dopo due giorni a Townsville abbiamo preso il traghetto per Magnetic Island.
Magnetic Island vanta 320 splendenti giorni di sole all’anno… Well... noi siamo riusciti a beccare un giorno di pioggia! Comunque nell’unico giorno di sole siamo riusciti a farci una bella camminata fino al luogo in cui sorgevano le basi militari durante la seconda guerra mondiale, da cui si ha una splendida veduta panoramica di tutta l’isola, del Mar dei Coralli e di Townsville! Lungo sentiero abbiamo visto ben due koaletti, uno dei quali poverino è stato svegliato dal mio urlo “aaaahhh… c’è un koala!!”.
E la sera abbiamo giocato a carte con gli opossum e i chiurli!! =)
Nel senso che ci giravano intorno in cerca di cibo mentre noi giocavamo a carte…




Una volta tornati in continente abbiamo preso il Greyhound per Mission Beach, dove abbiamo passato solo una notte... giusto il tempo x una passeggiata sulla spiaggia...
E dopo altre due orette di Greyhound abbiamo finalmente raggiunto la vetta del Queensland: CAIRNS!! In realta' l'Australia non finisce qui... ma piu' su non si puo' andare... quindi ci riteniamo soddisfatti... ;)

sott'acqua

Siamo sopravvissuti a nove giorni nove ad Airlie Beach… passati ad osservare le isole Whitsundays dalla costa… così vicine, ma nello stesso tempo così irraggiungibili… Nove giorni senza spiaggia (ebbene si!), senza cucina e senza niente da fare, a parte mangiare, fare braccialetti, giocare a Macchiavelli e fare qualche giro al supermercato Coles…




E l’ultimo giorno abbiamo persino provato l’ebbrezza di fare colazione in ostello insieme ad una goanna (se non avete visto Bianca e Bernie nella terra dei canguri andate a rispolverare le vecchie cassette!).
Siamo sopravvissuti... ma con il portafoglio alleggerito di un bel po’… =(
In realtà un po’ abbiamo imbrogliato, perché il settimo giorno, un po’ x noia, un po’ x curiosità abbiamo prenotato una daily cruise ad Hayman Island, la più a nord delle Whits… ed è stata davvero una giornata indimenticabile!!
Siamo salpati la mattina presto con un catamarano verso Blue Pearl Bay, luogo che rimarrà per sempre impresso nella mia mente dato che ho fatto la mia prima immersione!!



Quando siamo partiti eravamo tutti un po’ indecisi, ma l’occasione era da prendere al volo… non solo per l’ottimo prezzo ma soprattutto per l’ottimo istruttore di diving, il capitano Joseph, simpatico, ironico e nello stesso tempo molto professionale… Insomma, ormai non c’erano più scuse per rimandare…
E’ stato incredibile! Quello che si prova quando si è la sotto è indescrivibile… è tutto un altro mondo...
A dire la verità ero talmente agitata e impegnata a respirare che non mi sono molto resa conto di quello che avevo intorno… E’ difficile regolare la respirazione in modo da rimanere sul fondo... e ogni tanto l'istruttore doveva tirarmi giù… =P
Ma è fantastico trovarsi in mezzo a tutti questi pesci che ti nuotano accanto come se ti considerassero uno di loro… Ci siamo trovati a nuotare insieme a Priscilla, un pesce maori o pesce napoleone grosso quasi quanto me, che ci veniva vicino x farsi accarezzare… una cosa pazzesca!



Il tempo è volato e quando ormai iniziavo ad ambientarmi eravamo già tornati a riva… peccato…
Non posso dire di aver visto chissà cosa (non ho realizzato il mio sogno di nuotare con una tartaruga!), perché siamo scesi solo di 5 o 6 metri e siamo rimasti piuttosto vicino a riva, però è stata davvero un’esperienza unica!
La barriera corallina e tutte le sue meraviglie me le sono comunque godute con lo snorkeling…
Mi piace un casino stare sospesa sul pelo dell’acqua ad osservare le meraviglie che ci sono giù… non è così emozionante come fare diving ma è senza dubbio più rilassante… =) E poi ti dà il tempo di fermarti ad osservare le distese infinite di coralli, le conchiglie e tutti i pesci che vi nuotano in mezzo…
L’emozione non è stata la stessa di quando ho visto per la prima volta la barriera corallina nel Mar Rosso (e mi avevano già avvertito che il Mar Rosso è un’altra cosa…), xò trovarsi di nuovo davanti a quello spettacolo è stato davvero da togliere il fiato. Coralli di tutti i colori e di tutte le forme, tutti i personaggi di Nemo, con tanto di due pesci pagliaccio che nuotavano dentro al loro anemone, pesci pappagallo enormi, conchiglie colorate che si chiudono quando ti avvicini… pesci piccoli e grandi… colori, colori e colori…
E poi ogni tanto tiri appena su la testa (giusto x assicurarti che non ti stai x schiantare contro uno scoglio!) e ti accorgi che tutto intorno a te ci sono pesci colorati (a volte te li ritrovi davanti alla maschera che ti guardano interrogativi!) e hai la sensazione di trovarti nel bel mezzo di un acquario…
Mi dispiace solo di non aver avuto una macchinafoto tra le mani...

P.s.: si lo so... devo fare qualcosa x i miei capelli quando sono sott'acqua... ;)

time of your life...

"... another turning point, a fork stuck in the road
time grabs you by the wrist, directs you where to go
so make the best of this test and don't ask why
it's not a question but a lesson learned in time..."
- Green Day -

guidando una macchina rosa... in un'isola fatta di sabbia...

“Si ritiene che tutta la sabbia che le correnti trascinano via con sé dalla costa orientale dell’Australia si sia accumulata nel corso dei millenni fino a formare Fraser Island, una gigantesca striscia di sabbia lunga 120 km e larga 15 km.”

Credo che qualunque cosa uno possa leggere su Fraser non basti a rendere l’idea di quanto sia un posto fantastico… fuori strada e autobus quattro ruote motrici guidano su una “strada” di sabbia delimitata da un lato dalle dune di sabbia e dall’altro dalle onde dell’oceano, sulla quale ogni tanto atterrano e decollano aerei che ti passano sulla testa mentre stai guidando… foreste tropicali verdissime si alternano a dune di sabbia dorata e sembra incredibile come possa crescere una vegetazione così ricca semplicemente sulla sabbia… l’oceano è pericolosissimo, sia x le correnti che x via di squali, meduse e altri simpatici animali australiani, ma si può fare il bagno nei laghi, che sono davvero spettacolari… e poi ci sono i dingo, che come tutti gli animali tipicamente australiani esercitano sempre un certo fascino quando li si vede nel loro ambiente naturale…








Per tre giorni abbiamo cazzeggiato ad Hervey Bay, in attesa che il tempo migliorasse. C’è una sola occasione x andare a Fraser Island (perché il tour è piuttosto costoso) e noi di certo non volevamo sprecarla x colpa della pioggia… E x fortuna la pazienza ci è stata ripagata da tre giorni senza nemmeno una nuvola in cielo…

Questo il programma…
La sera prima della partenza per l’isola ci uniscono ad altri sei ragazzi e ci fanno mille raccomandazioni… del tipo non andate qui e non andate lì, non guidate nell’oceano perché se troviamo acqua salata sulla macchina ci teniamo i 1000$ di caparra (ma chi è che guida nell’oceano??!!), non date da mangiare ai dingo (be dingo smart!!), cosa fare se ci si insabbia, più altre duemila istruzioni su come guidare una 4WD, durante le quali ho spento il cervello sperando che qualcun altro le avesse capite anche x me (e sblocca quello e riblocca questo e cambia la marcia a seconda che la sabbia sia dura o molle… echecasino!!!!).
E così abbiamo avuto un fuoristrada fuxia attrezzato per il campeggio tutto per noi x tre giorni!!
Il gruppo non poteva essere peggio assortito… tre italiani, due tedeschi (Christoph, che conoscevamo già da tre giorni, e Lisa, l’unica ragazza oltre a me) e quattro ragazzi israeliani (Dror, Shai, Uval e Max)… ma ci siamo divertiti da morire…





I ragazzi israeliani ci prendevano in giro x l’accento italiano (Vito è stato soprannominato Spaghetti!!) e alla fine avevano imparato tutte le parolacce italiane che esistono, che venivano pronunciate a ruota libera senza alcun senso logico (del tipo che si incrociava un’altra jeep di backpackers e gli si urlava dal finestrino “cazzo” o “porca la vacca puttana”)… mai riso così tanto…
Prima di partire abbiamo dovuto comprare food&drinks per tutti i tre giorni, così abbiamo fatto una super spesa davvero smart: latte e cereali (e sabbia!) per colazione, pane e nutella o pane e formaggio per pranzo (e sottolineo per tutti e tre i pranzi… perché comprare salume per nove persone costava troppo e perché cucinare qualcosa era improponibile dato che si doveva sbaraccare tutta l’attrezzatura!), bbq per la prima sera e spaghetti con sugo alla bolognese (e sabbia!!) per la seconda… cassa di birra e goon, ovvero il famosissimo e schifosissimo vino australiano che sta dentro ad un sacchetto di plastica circondato da un involucro di cartone (9$ per 4 litri… vi lascio immaginare quanto fosse buono!!).
E così per due sere e due mattine abbiamo montato e smontato le nostre tende… siamo andati a letto presto perché alle 5.30 è già buio, quindi alle 5 si campeggia, si cucina e poi ti viene sonno... ci siamo svegliati alle 7 per rispettare gli orari in cui c’è bassa marea e quindi si può guidare sulla spiaggia… abbiamo riso un sacco… e abbiamo visto posti mozzafiato, come Lake Wabbi, Indian Head, il relitto del Maheno, ma soprattutto Lake McKenzie…


La seconda sera ci siamo dati ai drinking game… l’unico modo x bere lo schifo di vino che avevamo comprato (e si è provato anche a mischiarlo con il succo di frutta!!). Il gioco ci è stato insegnato dai ragazzi israeliani: praticamente, in cerchio e a turno, ognuno doveva dire “daki faz”, finchè uno non decideva di cambiare il giro esclamando “dazi” e allo si doveva iniziare a dire “fazi dak”! Ovviamente tutti storpiavano le parole… Ma la cosa più divertente è che dopo un po’ è stata creata da Shai una versione italiana con le parole che conosceva e con nuove regole, le cui parole chiave erano “tartaruga”, “tabaluga” (???), “spaghetti”, “francesco” (???) e ovviamente “cazzo”!! Mi sono davvero divertita un casino…tutto merito dell’ottima compagnia!!
Ma poi come sempre arriva il momento meno simpatico, quello degli addii… e ognuno riparte per la sua prossima destinazione…
Ma la cosa fantastica è che, nonostante l’Australia sia un paese immenso, continuiamo a reicontrare le stesse persone… Prima è successo ad Hervey Bay, dove abbiamo incontrato due ragazzi tedeschi che hanno lavorato con noi a Bundaberg e un ragazzo italiano che avevo conosciuto una sera in ostello a Sydney (incredibile!!)… E poi è successo di nuovo ieri! Abbiamo ribeccato tutti e quattro i ragazzi israeliani di Fraser Island, che tra l’altro non viaggiano nemmeno tutti insieme (e pensare che quando ci siamo salutati ci siamo detti “see you in another life”!!) e ho incontrato una ragazza che ha lavorato con me a Sydney… non ci potevo credere!!
Anyway, dopo Hervey Bay abbiamo fatto due giorni a Town of 1770, (un paesino fuori dal mondo in cui non i cellulari non prendono in nessun posto, con due ostelli, un supermercato e una spiaggia di quasi 5 km che noi ovviamente ci siamo fatti tutta a piedi!!), indecisi se fare o meno un corso di diving, che alla fine non abbiamo fatto perché a farlo sulla barriera corallina, come avremmo voluto, costava troppo!! Ma almeno ci siamo fatti due giorni al Cool Bananas, oserei dire l’ostello più bello dove siamo stati finora, dove abbiamo conosciuto Mikaela… svedese mora che più mora non si può, con più di un anno passato in Australia e un sacco, ma proprio un sacco, di cose da raccontare!! Ovviamente una volta lasciata Town of 1770 l’abbiamo ribeccata ad Airlie Beach, nell’ostello di fianco al nostro, e ci ha riempito questi due pomeriggi passati insieme (un po’ giocando a carte, un po’ facendo braccialetti con le perline in un fantastico negozietto che c’è qui e che voglio assolutamente riproporre in Italia!!).


Ieri lei è partita in direzione Cairns, mentre noi siamo bloccati qui (in un ostello senza cucina!!) fino a mercoledì prossimo, prima data disponibile per la crociera alle Isole Whitsundays…